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Osteopatia e reflusso gastroesofageo: un caso clinico di dolore retrosternale e acidità

Aggiornamento: 2 giorni fa

Sintomi digestivi e dolore toracico: quando preoccuparsi?

Il dolore retrosternale accompagnato da bruciore e acidità è un disturbo comune, ma spesso allarmante. I sintomi possono mimare condizioni cardiache, ma nella maggior parte dei casi la causa è di origine digestiva o funzionale. In questo articolo raccontiamo il caso di un giovane paziente con reflusso gastroesofageo (GERD) e analizziamo come l’osteopatia possa rappresentare un valido supporto terapeutico, sempre in collaborazione con la diagnosi medica.


Caso clinico: un giovane con reflusso e dolore al petto

Il paziente è un ragazzo di 20 anni, sportivo e studente universitario, che lamenta da circa un mese:

  • Dolore retrosternale irradiato alla gola

  • Bruciore di stomaco e acidità post-prandiale

  • Sintomi notturni e difficoltà a dormire

  • Tachicardia e stati d’ansia associati alla digestione

La valutazione medica (visita cardiologica, esami ematochimici ed ecodoppler) non ha evidenziato anomalie. È stata prescritta una terapia con integratori di magnesio e blandi sedativi. In anamnesi sono presenti: stitichezza cronica, familiarità per sindrome del colon irritabile e ipertensione.

Ipotesi diagnostiche principali

Dopo un’attenta valutazione clinica, sono state considerate diverse possibilità:

  1. Reflusso gastroesofageo (GERD) – Bruciore, rigurgito e dolore in clinostatismo sono segni tipici. L’associazione con stress è comune.

  2. Ulcera peptica – Meno probabile, per l’assenza di sintomi continui e intensi.

  3. Disfunzione dello sfintere esofageo inferiore (LES) – Può causare reflusso, soprattutto in giovane età e con posture scorrette.

  4. Ernia iatale – Possibile, ma meno frequente nei soggetti giovani e normopeso.

  5. Cause cardiache gravi – Escluse grazie alla visita specialistica.

Il ruolo dell’osteopatia nel trattamento del reflusso gastroesofageo

Dopo aver escluso patologie organiche gravi, si è deciso di iniziare un trattamento osteopatico con finalità complementari e di supporto alla gestione del reflusso.

L’approccio osteopatico è utile nei disturbi di reflusso gastroesofageo e digestivi funzionali, grazie alla sua capacità di:

  • Migliorare la mobilità degli organi interni (in particolare stomaco, esofago e diaframma)

  • Ridurre le tensioni miofasciali e posturali

  • Regolare il sistema nervoso autonomo, spesso coinvolto nei sintomi da stress

Valutazione osteopatica: cosa è emerso

Durante la valutazione manuale sono state individuate:

  • Tensioni del diaframma toracico e della zona costo-diaframmatica

  • Rigidità vertebrale tra T6 e T10, spesso legata a disfunzioni gastriche

  • Tensione del legamento epatogastrico, che può influenzare il cardias

  • Segni di iperattivazione simpatica (tachicardia, ansia, iperreattività)

Trattamento osteopatico: tecniche e risultati

Il percorso ha previsto 4 sedute in 6 settimane, con tecniche personalizzate per:

  • Rilasciare il diaframma e normalizzare la respirazione

  • Trattare tensioni toraco-addominali con approccio dolce

  • Ripristinare la mobilità viscerale di stomaco, esofago e piloro

  • Stimolare il nervo vago e il sistema parasimpatico, per favorire rilassamento e digestione

Risultati:
  • Riduzione dei sintomi già dopo 2 sedute

  • Sonno più profondo e meno agitazione post-prandiale

  • Scala del dolore migliorata da VAS 4/10 a 1/10

  • Reflusso diventato sporadico e gestibile

Follow-up e consigli al paziente

Il paziente è stato educato a:

  • Evitare pasti abbondanti e cibi irritanti

  • Mantenere una postura eretta dopo i pasti

  • Continuare l’attività fisica moderata

  • Effettuare sedute osteopatiche di mantenimento ogni 2–3 mesi


Conclusione: osteopatia e reflusso possono coesistere in modo sinergico

Questo caso dimostra come, in situazioni di reflusso gastroesofageo senza cause strutturali evidenti, l’osteopatia possa offrire un valido aiuto nel ridurre i sintomi e migliorare la qualità della vita.

L’osteopatia non sostituisce la diagnosi medica, ma si inserisce in un approccio integrato e personalizzato, agendo su postura, diaframma, visceri e sistema nervoso.


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